I canti della fanciullezza
Avevamo appena inaugurato la prima stagione di Pietre che cantano, e Bruno era già lì. Veniva con la gentile moglie Anna, ma spesso da solo, perché veniva per la sola Musica. Con la sua parlata morbida, un po’ trascinata, l’accento appena appena abruzzese, il suo garbo fine, mi aveva subito cercata, per ricambiare l’emozione dell’ascolto con le sue parole di poeta innamorato del suono. L’avrei scoperto poco a poco, l’appassionato medico amante della musica, sodale e pronubo della creazione delle istituzioni musicali della sua Città, testimone di concerti memorabili, conoscitore di opere e interpretazioni; l’alpinista vero, con la memoria delle amicizie messe a nudo e fortificate dalle scalate, dalle notti e dalle albe in montagna; il pittore ardente e audace; solo in ultimo, per sua modestia – e che meraviglia! – il poeta, nutrito di mito classico e di poesia italiana, con occhi e orecchie tesi a cogliere le epifanie bellissime della natura, in un tempo scandito musicalmente dai battiti del suo cuore… (dalla postfazione di Luisa Prayer).
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.